Monday, February 13, 2006

Orai textu original italianoa, gero nahi balira traduktioneak (an espainol, frantzes eta ingles)

Ari izan garela buruz traduzitzea atxakiatu da (argudiatu?) ze nahi da traduzitu soil erdara gazteleratik (philologo Ricardo Gómez, Borja Ariztimuño, ...) edo originala bera ez dago taxuz redaktatua (philologo Xabi Zalbide, ...) eta hortakoz ekartzen dut orai hona textu original italiano bat zein da hartua prospektu turistiko batetik hon Rimini kosta adriatikoan an Italia. Hortaz orai ezingo da ezin izango dute argudiatu lehengo atxakiarik eta ondorioz applikatu ahalko dira lan txipi hontara, apportaturik bakoitzak ahal duena edo behintzat ez jarririk atxakiarik edo estropezu zoztorrik.

Emango dut orai soil textu original italianoa ikusteko euskal traduktionea eta komparatzeko gero a posteriori kin beste traduktioneak an gaztelania (ganik Maria Pilar Roca-Alsina), frantzesa (ganik Béatrice Provençal) eta inglesa (ganik Gillian Forlivesi Heywood).

Egiaz diot ze izan ahal da hau ariketa serio bat eta gainera polita eta euskararen mesedeko. Hara textu originala, hemen soil doa introduktionea izan nahirik labur eta affektivo, esan bezala prospektu turistiko soil bat:

Presenze d’arte negli edifici sacri

(di Rimini e del Riminese)

Pier Giorgio Pasini

Introduzione

Una diffusione capillare

L’entroterra riminese deve alla presenza di un insieme di rilievi collinari ea di due fiumi (il Marecchia e il Conca) con valli ampie e pittoresche la sua conformazione assai varia. Si tratta di un territorio fertile, frequentato dall’uomo fin dalla preistoria, specialmente nella parte dove i declivi si fanno più frequenti e più mossi; quindi è ricco di piccoli e grandi insediamenti, e percorso da una fitta rete di strade che lo collega alle regioni vicine. Per la sua posizione –fra gli Appennini e il mare e in vista della pianura emiliana- ha sempre costituito una zona de passagio, e quindi di incontro fra diverse culture, ma caratterizzato appunto dalle tracce di questa sua condizione inquietante.

Sono sotrattutto i resti di un Medio Evo bellicoso e corrusco che ancora si affaaccia del monte di San Marino e che ancora corona di ruderi le colline, cinge di mura cadenti i paesi, segnala con frammenti di torri i passaggi strategici. Ma l’aspetto stesso di tali tracce, rovinoso quanto pittoresco, dimostra che sono il frutto di vicende definitivamente concluse e ormai lontane nel tempo.

Meno vistose, meno rovinose ma, a guardare bene, più frequenti, sono testimonianze di diversa natura: quelle riguardanti una religiosità diffusa, che talvolta ha lontane radici nell’antichità (come dimostra una certa stratificazione di elementi nel’luogo sacro’ e a volte nello stesso edificio), ma ancor oggi viva e vitale; mescolate e anzi strettamente connesse ai segni di una pacifica, secolare laboriosità. Sulle colline, fra i campi coltivati e lungo i bordi delle strade di campagna è facile imbattersi in piccole cellette votive che la devozione continuamente rinnova; mentre ai margini dei paesi si troveranno spesso oratori che un tempo fiancheggiavano piccoli ospedali per pellegrini; e nei borghi e nei paesi chiese parrocchiali di varia forma ea grandezza, o santuari dedicati alla Vergine.

L’ultima guerra mondiale ha a lungo infierito nella zona, ai margini della “Linea gotica”, provocando numerose vittime e arrecando gravissimi danni a tutti gli insediamenti; e, naturalmente, anche alle costruzioni di carattere religioso, che spesso custodiavano importanti testimonianze, ea anzi erano esse stesse preziose testimonianze di storia e di tradizione, di fede e di arte. Anche lo spopolamento delle campagne, che ha avuto la sua punta massima all’inizio degli anni sessanta, ha inciso sulla conservazione delle costruzioni di carattere religioso del territorio. Ma nonostante ciò, ancor oggi i campanili sono elementi molto frequenti, e in un certo senso i più caratteristici del paesaggio: sottolineano la presenza di edifici di culto più o meno modesti, più o meno ben restaurati e custoditi.

Chi vorrà percorrere questo territorio troverà ovunque interessanti e spesso piacevoli testimonianze d’arte sacra, e qualche volta veri e propri capolavori, il cui significato e la cui bellezza sono esaltati dal fatto di essere custoditi nei luoghi originari e di assolvere ancora al loro uso originario.

No comments: